De-generazione

Regia: Marco Sanna

Con: Giangiorgio Cadoni, Luana Mulas, Marco Sanna, Marialuisa Usai, Francesca Ventriglia

Scenografie: Massimo Casada

Luci e suoni: Matteo Anelli

Foto di: Giusy Calia

 

Al contrario di chi vuole la tradizione come espressione monolitica di un passato vero o presunto, nostalgia di cose che non tornano, la compagnia ritiene invece che la tradizione, così com’è nell’etimologia della parola, sia qualcosa che continuamente
cambia e si evolve in base ai tempi e ai passaggi generazionali. Lo spettacolo attraverso una serie di suggestioni sgretola la “forma commedia” da cui prende spunto, per calare la sua essenza in un tessuto e in un contesto contemporaneo.

 

Ecco che allora i testi originali di Farendi in Turritana si incrociano con Shakespeare, Harold Pinter, Giovanni Lindo Ferretti, Eduardo de Filippo, e con le canzoni della sceneggiata napoletana, sorella maggiore anche se assai più calata nel tessuto sociale che gli appartiene, della nostra commedia “Zappadorina”.

Ciò che lo spettatore trova sulla scena è un caleidoscopio d’immagini ove la storia originaria si è persa e i personaggi sembrano cercare ognuno un modo nuovo e differente di esistere. Tutto ciò che essi avrebbero voluto capovolgere, tutto un sistema di regole e contraddizioni li fagocita, li mastica e digerisce in quell’eterno teatrino della storia umana fatto di figliol prodighi, agnelli che tornano all’ovile, capelli tagliati, teste a posto e figli che prendono il posto dei padri. Il candeliere che a un certo punto dello spettacolo irrompe sulla scena, sta a simboleggiare l’impossibilità di liberarsi totalmente della propria storia, che quando sembra superata, chiusa dietro la porta, rientra dalla finestra.

La chiusa dello spettacolo è affidata alle parole che Amleto pronuncia agli attori di corte e tutta l’operazione nella sua interezza coglie la suggestione di quella famosa messinscena fatta dinanzi allo zio usurpatore del trono di Danimarca, infatti anche qui come allora facciamo si che “…i criminali difronte alla realtà posta in scena ad opera d’arte, rimangano talmente impressionati da
spiattellare da soli i loro crimini…”

 

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