Adda passà a nuttata

B-tragedies trilogia Shakespeariana trash
primo passo: Macbeth

 

ADDA PASSA’ A NUTTATA è il primo passo di una trilogia shakespeariana trash. Che ha portato la compagnia ad affrontare tre grandi tragedie: Macbeth, Amleto e Otello.

Si  tratta di un lavoro in bassa fedeltà, per fronteggiare la crisi. Alla base c’è una coppia, una particella familiare infeconda e infetta, un nucleo respingente che non contempla l’esistenza del mondo al di fuori delle proprie quattro mura di casa, che distrugge tutto ciò che osa interporsi fra loro e la ricerca della pace, della tranquillità. Due anziani coniugi chiusi in un luogo di detenzione, che non verrà mai svelato. Sappiamo che hanno commesso delle azioni atroci, delitti feroci, che hanno dimenticato e di cui ricordano solo brevi particolari nella loro memoria a sprazzi. Sono due tenere figure, nonostante i segni delle atrocità commesse, due amabili vecchietti che si tengono per mano dopo aver commesso una strage. Lo spettacolo gioca continuamente fra alto e basso, fra immaginario splatter e poesia.

L’antidoto scenico utilizzato contro la falsa cultura è la stupidità, appropriarsi del sacro santo diritto di essere stupidi infinitamente stupidi, calpestare i pregiudizi, il cattolico decoro, il falso rispetto verso il dolore degli altri, liberarsi insomma lasciarsi andare allo sproloquio, al dileggio.

Un teatro fatto per guadagnare il pane, che sembri fatto in fretta sfruttando un bagaglio di cose già fatte, di oggetti già usati, sul modello dei B-Movies con facili battute e ovvi doppi sensi per attirare il pubblico e il facile consenso. Il teatro sta in ogni disperato tentativo di dare senso alla vita, diceva  Eduardo. Se la vita è ridotta a poca cosa allora anche piccole cose diventano teatro, le piccole tragedie appunto, le tragedie di serie B. Dentro questo lavoro entrano le nevrosi del quotidiano insieme agli insegnamenti dei grandi maestri. Troviamo le parole di Eduardo tutto il suo mondo “di sacrifici e di gelo”.

Incontriamo quei disgraziati che nelle cronache dell’italietta contemporanea ammiccano dietro lo schermo televisivo, la sfilza insomma dei morti ammazzati e relativi assassini, quasi sempre padri di famiglia, insospettabili vicini di casa che si accaniscono contro il sangue del proprio sangue o quello del loro prossimo dirimpetto. Entrano i personaggi di Shakespeare, immortali, che attraverso le loro parole, la loro realtà messa in scena ad opera d’arte, riescono a impressionarci sempre e a tal punto da farci spiattellare da soli i nostri crimini.

 

 

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