Visioni Parallele

Rassegna cinematografica organizzata da Meridiano Zero

 

Attualmente in programma la quinta edizione – Visioni Parallele – Contro+L+Identità – che si svolgerà tra il 27 Settembre e il 22 Novembre 2023, nelle sale dello Spazio Bunker e del Cityplex Moderno, a Sassari.

La quinta edizione di Visioni Parallele organizzata dall’Associazione culturale Meridiano Zero è curata quest’anno dall’artista e regista Anna de Manincor, fondatrice del collettivo ZimmerFrei di base a Bologna, l’anno scorso docente all’Accademia di Belle Arti di Sassari e ora all’Accademia di Bologna. Anna de Manincor, in dialogo con i docenti di cinema, antropologia e estetica contemporanea dell’Accademia Sironi, ha iniziato una ricognizione che va a pescare tra esperimenti narrativi e documentari, film d’artista, film d’archivio e di montaggio in cui impreviste dimensioni parallele si aprono quando il sonoro produce il visivo, le visioni anticipano la realtà e le premesse contraddicono le conseguenze, producendo altre ipotesi ancora da immaginare.
Il filo conduttore della rassegna è volutamente controverso: contro l’identità. Possiamo dichiararci contro l’identità? O meglio, possiamo fare a meno di usare la parola “identità”? Almeno vediamo cosa succede. L’antropologo Francesco Remotti lo ha fatto per più di trent’anni, e solo dopo aver pubblicato “L’ossessione identitaria” e “Contro l’identità” è uscito con un testo propositivo che s’intitola “Somiglianze”.
Una via per la convivenza. Facendo nostra la sua rigenerazione di un concetto opaco: cosa vogliamo dire, cosa vogliamo ottenere, cosa vogliamo scongiurare quando diciamo: la mia identità, la nostra identità, l’identità di un territorio, l’identità sarda, l’identità delle donne, l’identità degli uomini, l’identità degli umani, l’identità di qualsiasi sia il mio gruppo di appartenenza? Provando a sostituire alla parola “identità” le realtà specifiche che vogliamo vengano riconosciute, al posto degli stereotipi avremo una pluralità di cose ben più interessanti. Provare per credere.
La rassegna si propone come un campo di gioco in cui affrontare temi caldi e vecchi refrain che tornano a essere scottanti, dialogando direttamente con gli autori, le registe e gli artisti che hanno realizzato i documentari, cortometraggi ed esperimenti filmici proposti dalla rassegna. Territorio e appartenenza, appropriazione e prevaricazione, tradimento e metamorfosi. Singolarità e comunità, forme di vita tanto radicali viste da lontano quanto familiari viste da vicino. Tutto questo invocando la possibilità di un tenero sguardo reciproco, perché forse alla fine, più che dire “io sono io”, o “io sono così”, abbiamo bisogno di essere semplicemente riconosciuti: “ah, sei tu!”. E di trovare un buon posto dove stare: “stai qui con noi”, “vengo con voi”.

Ingresso 3 euro. Prenotazione sempre consigliata.

prenotazioni cinema: www.cityplexmoderno.it

info e prenotazioni Spazio Bunker: spaziobunker@gmail.com

 

Con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna, L.R. 20 settembre 2006, n. 15, art. 15. Promozione della cultura cinematografica.

In collaborazione con L’Accademia di Belle Arti, Mario Sironi, di Sassari.

Direzione artistica a cura di Anna de Manincor

Organizzazione a cura della compagnia Meridiano Zero.

 

PROGRAMMAZIONE:

27/28/29 Settembre – Spazio Bunker (via Porcellana 17/A, Sassari)

LUMI – di Anna de Manincor e ZimmerFrei

L’opera fonda la sua ricerca artistica su recenti studi sociologici e antropologici, ma è ispirato soprattutto da persone reali incontrate da ZimmerFrei nel corso delle ultime peregrinazioni documentaristiche, che hanno portato alla nascita di un lavoro di fiction, o per meglio dire staged documentary, che registra la perdita di efficacia di una parola: l’“identità” non è più intesa come una definizione univoca, ma piuttosto come un bisogno di riconoscimento, un intreccio di somiglianze e differenze.

Per la prima volta nella sua storia artistica, ZimmerFrei adotta la finzione e ricorre anche ad attori veri e propri per comporre una sequenza di tre capitoli, tre storie affettive apparentemente distinte, ambientate in un unico set: l’interno di un palazzo storico, un tempo residenza del cardinale Lambertini, che poi diventerà Benedetto XIV, il papa del Secolo dei Lumi.

A introdurre il viaggio sono Filmon e Stella, due studenti di origine eritrea che discorrono sul significato di “pensare gli altri” ed “essere visti”, partendo dalla loro esperienza di non usare la vista come senso primario e di relazione, dato che il primo è cieco dall’età di undici anni e la seconda ipovedente.


11 ottobre ore 20.30 – Cityplex Moderno

AS BESTAS – di Rodrigo Sorogoyen

In un villaggio rurale in Spagna una coppia di francesi decide di riattare dei ruderi con la prospettiva di realizzare un agriturismo. La popolazione locale però non vede di buon occhio la loro presenza. In particolare due fratelli, proprietari di una piccola fattoria confinante con la loro, non sopportano il fatto che i due non votino a favore dell’installazione di impianti eolici nell’area circostante. Le irrisioni prima e le minacce esplicite poi si fanno sempre più temibili.

Miglior regia e miglior attore al Tokio Film Festival 2022;
Miglior film straniero al PremioCesar 2023;
Vincitore di 9 categorie al Premio Goya, Madrid 2023;

18 ottobre – Cityplex Moderno

RISPET – di Cecilia Bozza Wolf

Corvaz è un trentenne semplice ed istintivo che lavora sodo nella vigna del padre e adora andare in giro con il suo cane Toni. La vita del villaggio di montagna è tutta incentrata sul bar, di proprietà del ricco viticoltore/proprietario terriero e gestito dalla fidanzata del figlio. Gli uomini passano il loro tempo bevendo, tra rancori e false amicizie, quando una notte, le statue di legno che decorano la piazza, sono vandalizzate. La colpa è subito data a Corvaz. Anche Mara, l’energica barista, crede che sia stato lui. Cercando però di superare l’ostilità collettiva, lo incontra e tra loro nasce un’amicizia mentre il desiderio di vendetta della comunità diventa sempre più forte. Il codice del rispet che li ha tenuti tutti insieme, ora è infranto.


25 ottobre – Cityplex Moderno

ENJOY POVERTY + WHITE CUBE – di Renzo Martens

Enjoy Poverty. Con un’insegna al neon “Godetevi la povertà”, imballata in casse di metallo e trasportata attraverso la giungla dagli accompagnatori di Martens, la popolazione locale è incoraggiata a capitalizzare ciò che l’occidente ha causato in quelle terre e che continua ad alimentare, la povertà. Inevitabilmente questo paradosso crea sconcerto negli sfortunati lavoratori delle piantagioni che inizialmente lo mettono in dubbio, per poi accettarlo e ballarci intorno all’installazione artistica di Renzo Martens. Alla fine, il regista dichiara all’osservatore che l’intero progetto di emancipazione sembra destinato a fallire, si può soltanto riconoscere la situazione disperata, in quanto anche se i fotografi locali iniziassero a ritrarre le situazioni più crudeli e scioccanti della loro vita quotidiana, non riuscirebbero comunque ad entrare nel mercato dell’industria delle immagini della povertà. Il film propone una verità sconvolgente ma ciò che sconcerta maggiormente è che alla fine non è presente nessuna soluzione possibile, i poveri saranno sempre più poveri, l’industria delle immagini dello spettacolo del dolore e dell’estetica della miseria è destinata ad incrementassi. Il pezzo è il terzo di una serie di film che, enunciando i propri parametri, cercano di rendere visibile ciò che ai nostri occhi è celato. I film di Martens ci mostrano come spesso chi pensa di essere nel giusto in realtà è complice di un sistema sbagliato, in un mondo talmente sommerso dalle immagini che alla fine diventa cieco e impossibilitato ad osservare la verità.

White Cube. I lavoratori delle piantagioni congolesi hanno stabilito un nuovo precedente: in White Cube, un nuovo lungometraggio documentario, hanno cooptato con successo il concetto di “cubo bianco” per riacquistare la loro terra da società internazionali. Il film è stato presentato in anteprima il 26 novembre 2020 a Lusanga, nella Repubblica Democratica del Congo, e al concorso internazionale di lungometraggi dell’IDFA film festival ad Amsterdam, nei Paesi Bassi, prima di essere girato in tutto il mondo. In un’epoca in cui diventa sempre più evidente il debito dei musei occidentali che si sono finanziati con il lavoro forzato su un terreno confiscato – la piantagione – questo film documentario testimonia un improbabile, nuovo inizio. White Cube segue il Cercle d’Art des Travailleurs de Plantation Congolaise (CATPC), una cooperativa di lavoratori delle piantagioni basata su un’ex piantagione Unilever a Lusanga, nella Repubblica Democratica del Congo. Il film documenta il loro successo nel porre fine al sistema distruttivo della monocultura sulle loro terre. CATPC è stata costituita nel 2014 insieme al famoso attivista ambientale René Ngongo, fondatore di Greenpeace Congo. I membri del CATPC realizzano sculture con il fango del fiume; le sculture vengono scansionate in 3D e poi riprodotte in cacao e olio di palma ad Amsterdam (il più grande porto di cacao del mondo) prima di essere esposte nelle migliori gallerie e musei di tutto il mondo. Con il reddito generato dalla vendita delle loro opere d’arte, i lavoratori possono riacquistare i terreni che erano stati confiscati e sottratti loro da Unilever. Finora hanno acquistato 85 ettari di terreno, che stanno riconvertendo in giardini ricchi e diversificati, ecologici ed egualitari: la post-piantagione.


8 Novembre – Cityplex Moderno

RONDÒ FINAL – di Gaetano Crivaro, Margherita Pisano e Felice D’Agostino

Cent’anni di immagini cercate e ritrovate, frammenti di pellicola, nastri di famiglia, pixel; segni e simboli di un rito che si ripete fuori dal tempo e che porta con sé le maschere di dominazioni passate e presenti di un’isola: la Sardegna. Cosa sfugge? Cosa resta? È domanda e risposta che fonda il montaggio; un incontro di sguardi in differita che rinnova e rifonda un tempo e uno spazio altro, sospeso tra sogno e ricordo.

Note d’intenti d’intenti Rondò final è un film di ossessiva ricerca che potremmo definire “di montaggio”. Un film frutto di un lungo processo collettivo, fatto di successive ri-appropriazioni. Una riflessione poetica sullo sguardo, sulle immagini, attraverso un rito nel quale si inscrivono non di rado gerarchie e rapporti di forza per mezzo di messinscene estetiche. Un viaggio ipnotico che interroga la produzione stessa dell’immagine e lo spazio che essa occupa nel vivente, che assume la forma del rito che torna, ripetendo e rifondando ogni volta il tempo. Un rondò, allora, che lontano dall’affermare la circolarità della storia, si dipana a spirale, liberandosi ad ogni giro in molteplici derive, nell’esplosione degli sguardi che dalle immagini vanno e vengono.


15 Novembre – Spazio Bunker (via Porcellana 17/A, Sassari)

IOLANDA MI NANT DE NÒMINI (audiodoc)

+ ASTRINGHÌE – di Vittoria Soddu e Giorgia Cadeddu

Iolanda mi nant de nòmini. Orlanda Sassu, poetessa ed ecologista di Guspini (1924-2015) ha portato avanti per tutta la sua vita una pratica di registrazione audio per archiviare la memoria del suo paese e della lingua che temeva di perdere. La sua voce supera le barriere temporali e ci accompagna nei luoghi cardine della sua esistenza: il fiume, il villaggio, il mare, la capanna costruita intorno a un ginepro secolare sulle dune di sabbia a Pistis, insieme al compagno Efisio, poeta a sua volta. Iolanda, così conosciuta dalla comunità, ha affidato ai nastri magnetici delle audiocassette il potere di farla viaggiare nel tempo, tornare indietro tra i ricordi del passato e sfidare la possibilità di esistere nel futuro, arrivando fino a noi come voce viva e presente.

Astringhìe. Un progetto partecipato che coinvolge più generazioni nel racconto collettivo di uno spaccato di vita sociale del rione storico di Nuoro, a partire dalla fondazione nel 1973 del Gruppo Folk Santu Pedru. Attraverso una trentina di testimonianze orali, raccolte nell’arco di 10 mesi, il progetto ricostruisce la storia dell’associazione con particolare attenzione ai materiali d’archivio fotografici e in pellicola, con l’intento di dare voce ad una pluralità di prospettive che ripercorrono un viaggio nel tempo per arrivare all’essenza dell’associazione stessa. Astringhìe – stringersi, compattarsi – è l’incitazione a raccogliersi in cerchio durante il ballo, ma è anche la sintesi del documentario che ambisce a rendere visibile questa coesione.

22 novembre  – Cityplex Moderno

NEL MIO NOME – di Nicolò Bassetti

Nico ha 33 anni, Leo 30, Andrea 25 e Raff 23: vengono da varie parti d’Italia. Iniziano la loro transizione di genere in momenti diversi delle loro vite. Giorno dopo giorno, devono affrontare con grande coraggio gli ostacoli che gli pone davanti un mondo strettamente binario. Avere una vita dignitosa e appagante è una questione di sopravvivenza. Devono essere risoluti, infinitamente pazienti e soprattutto sono consapevoli che per superare le avversità hanno bisogno di una buona dose di ironia.



EDIZIONI PASSATE VISIONI PARALLELE