Notti che non accadono mai

Produzione Meridiano Zero
In collaborazione con: La Luna Antica e Link – Theatre en vol

Regia: Marco Sanna.

Con: Gian Giorgio Cadoni, Sarah Canu, Luigi Manca, Luana Mulas, Marco Sanna, Franca Spanu.

Luci: Massimo Casada.

Le situazioni in cui non vorremmo mai trovarci, le indecisioni che lasciano passare la vita dietro i vetri, il dolore che pare sempre degli altri, oppure così nostro da chiudere la porta in faccia a tutti, gli sbagli commessi, quelli da compiere, bere con gli amici,fumare, attendere…tutto.
Ogni volta che nasce uno spettacolo, nasce qualcosa di te che non conoscevi, o che avevi dimenticato in qualche angolo. Si, ogni cosa è dentro di noi, non c’è da sorprendersi nel scoprirsi assassini, guardoni, cinici, innamorati, stupidi, bisognosi d’affetto…tutto.

Le notti si susseguono, e ogni notte una goccia scava un po’ la pietra del viso, apre una ruga nuova come una riga aggiunta al testo, un riflesso nuovo nello specchio; anche questo è il senso del teatro: testimoniare il proprio tempo, i giorni che passano, i nostri giorni.
Ogni linguaggio è lecito, ogni fine raggiungibile, ogni strada percorribile, ogni storia è la nostra storia, e da questa disponibilità a farsi attraversare, a farsi tramite, nasce la poesia, piccola o grande non importa.

La poesia è tutto, la poesia non so a cosa serve ma so che è importante.
Questo lavoro, narra attraverso quadri diversi, storie unite da fili sottilissimi e misteriosi, narra dello scarto tra il pensiero e l’azione, di repentini cambi di direzione e di umore, di esistenze sull’orlo, in bilico fra un futuro astratto e uno concreto nel quale sono impigliate.
Narra la prima notte di nozze, da dove simbolicamente ha inizio l’ansia di un’umanità non ancora venuta al mondo, figlia di genitori che si scoprono troppo in confidenza e quindi per assurdo sconosciuti l’uno all’altra.

Narra di raptus improvvisi, omicidi compiuti per pura fatalità, altri premeditati per amore, persone in punta dei piedi leggere più dell’aria che le contiene, convulse in rapporto a ciò che le circonda: affetti, parole, suppellettili…tutto.
E’ l’ultima notte dell’anno, vento sulle finestre, neve fuori dalla porta, è come se tutti abbiano sentore che la loro vita cambierà presto. Tutti sono riuniti insieme sotto lo stesso tetto, ma nessuno sa ciò che succede nella stanza a fianco, il suono della musica copre ogni cosa, il conto alla rovescia parte e si ferma a uno, lo zero non arriva mai, la festa non può scoppiare.

La violenza, al centro di vicende surreali e tragicomiche è quella delle emozioni, i personaggi, cercano una salvezza per l’anima e trovano però il degrado dei corpi.
Riflette, questo lavoro, uno stato d’attesa perenne, vive di ripetizioni, di moduli ridondanti. Nella fase di ricerca in cui ancora si trova, ripetersi è lecito, per poter creare un universo poetico sconosciuto, che sia frutto dell’incontro fra il cuore e la bellezza di chi vi prende parte.
Ripetersi è lecito poiché non sempre ci si capisce subito, spesso bisogna appunto avere la pazienza di ripetere e la pazienza di riascoltare.

Questo lavoro è dedicato a Raymond Carver, Sarah Kane, Werner Schwab, a tutti quelli che hanno preso decisioni vitali nell’arco di una frazione di secondo, a quelli che si sono giocati la vita e il cervello nell’eccesso: d’amore, d’attenzione, di sagacia, di veggenza…di tutto.
Questi frammenti, tutti insieme, formano un intero che è frammento esso stesso di ciò che ci gira per la testa, di ciò che avremmo voluto fare e non abbiamo avuto il tempo di fare. Stasera ve le regaliamo queste esistenze da quattro soldi, domani se volete possiamo trovarci e scoprire quella ruga in più spuntata fuori stanotte.

 

 

 

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